OneHalf House John Hejduk “… le case sono simili a bambole di cartapesta, bambole che chiudono gli occhi quando giacciono su un piano orizzontale, ma che quando sono tenute dritte hanno le pupille spalancate … ma le iridi sono vuote … niente c’è dietro di esse … solo composizione.” John Hejduk
Gli studi e le ricerche sulle figure e sulle regole della geometria, spingono John Hejduk a sperimentare, nella progettazione, l’accostamento di forme pure e di volumi elementari. Nella One-Half House, opera mai stata realizzata, Hejduk, pone in relazione tre figure geometriche elementari: il cerchio, il quadrato e il rombo, utilizzandone però solo la metà. Questi tre elementi, accostati ma separati, sono uniti tra loro da passaggi posti ad ogni piano e collegati mediante una scala esterna. La casa si sviluppa su tre livelli: il piano terra ospita la zona notte; al primo piano troviamo, distribuite nei vari spazi, racchiusi dalle diverse forme, la zona giorno; nel secondo piano, i tre volumi si aprono, in parte, diventando terrazze. L’ingresso della casa è costituito da un lungo e stretto passaggio a forma di T.
2 – Elementi strutturali
Gli elementi strutturali che ho individuato, i pilastri[ciano] e i muri portanti[rosso], coincidono con gli elementi eometrici che ho analizzato in precedenza. I muri portanti definiscono la forma delle stanze ( 1/2 di erchio, 1/2 di quadrato e 1/2 di rombo ), reggono la copertura del corridoio a T e il lato più piccolo della scala; i pilastri sono situati al centro di ogni figura completa.
3 – Elementi di separazione tra interno ed esterno
L’interno e l’esterno sono separati:
– da muri portanti[rosso];
– da vetrate[verde], che colloca nel punto di sezione delle figure complete, nei piani che collegano le varie stanze, presenti in tutti e tre i livelli, e nel corpo scala;
– da finestre[blu];
– da terrazze[giallo], che occupano tutto il terzo livello.
4 – Elementi di ripartizione interna
Hejduk utilizza i tramezzi:
– al piano terra[celeste], nella zona notte di tutte e tre le stanze, racchiudendo il bagno e, prolungandoli, li utilizza come testata del letto;
– al secondo piano[lilla], creando stanze a forma di cerchio, quadrato e rombo, dai quali elimina 1/4 per creare l’ingresso.
5 – Passaggi e percorsi
I luoghi principali di passaggio della casa sono:
– il corridoio a T[giallo]conduce alla casa;
– il vano scala[blu]e collega i tre livelli;
– i corridoi[rosso], di ogni livello, che conducono alle tre stanze.
I percorsi[magenta], all’interno della casa, sono segnati, nel primo piano dai tramezzi, nel secondo piano agli arredi e nel terzo piano dai muri delle stanze. In tutti e tre i livelli e in tutte le stanze, con questa omposizione di muri e arredi, Hejduk ci conduce al camino.
6 – Luoghi di sosta
Il luogo di sosta, inteso come il luogo in cui ci si “ferma” per decidere in quale stanza andare, è rappresentato dal corridoio[arancio] di tutti e tre i livelli.
7 – Le eccezioni
Osservando accuratamente le piante e dopo aver analizzato i punti precedenti, ho riscontrato tre eccezioni. La prima[giallo] si trova al piano terra, nella stanza 1/2 di rombo, in quanto è l’unica stanza in cui all’interno del bagno è presente solo il lavabo. La seconda[blu] si trova al secondo piano e riguarda le bucature, porte e finestre, in quanto ho notato che, nei primi due livelli le bucature vengono invertite nella loro posizione ( ad esempio nel primo livello, nella stanza 1/2 di cerchio, la finestra è collocata nella parte sinistra, mentre nel secondo livello nella parte destra ) mentre nel terzo livello troviamo due bucature, che sono il risultato della somma delle bucature precedenti, ad eccezione della stanza 1/2 di cerchio che continua ad averne una. La terza[rosso] riguarda l’affaccio: mentre per le stanze 1/2 di cerchio e 1/2 di rombo, esso è rivolto verso l’interno della casa, per la stanza 1/2 di quadrato esso è rivolto verso la parte esterna.
Dopo aver analizzato One-Half House, posso concludere dicendo che per qualsiasi interpretazione dei lavori di John Hejduk, compresa la mia, bisogna tener conto di quello che lui disse a proposito dei suoi progetti:
“…puoi mettere ogni genere di condizione metaforica nel progetto, ma la condizione essenziale è: se togli tutte le metafore, se strappi via tutti i testi, deve rimanere sempre una composizione architettonica.” John Hejduk